Mercati nervosi con la nuova offensiva commerciale Usa

Mercati nervosi con la nuova offensiva commerciale Usa

MILANO –  Ore 13.30. Le tensioni commerciali riprendono ad azzoppare le Borse. A impensierire il mercato è l’ipotesi, circolata negli ultimi giorni, che gli Stati Uniti possano rafforzare le proprie barriere commerciali contro la Cina aumentando ulterioramente i dazi sulle importazioni. Uno scenario che già ieri ha spinto gli indici al ribasso e che oggi li spinge ancora più giù, a partire dai mercati asiatici tutti in deciso calo. In mattinata, Tokyo ha archiviato la seduta in calo dell’1,03%. La piazze finanziarie europee non sono da meno. Milano perde l’1,77%, Londra l’1,32%, Francoforte arretra dello 1,72% e Parigi dello 0,79%

Piazza Affari, è in forte calo Poste, nonostante abbia presentato i conti semestrali con un balzo dell’utile: a preoccupare è il patrimonio di Poste Vita, apparso più debole del previsto. Rialza la testa, invece, Ferrari, protagonista ieri sul finale di un tonfo seguito alle parole del nuovo ad Camilleri che ha definito “ambiziosi” i target 2022 che l’azienda illustrerà nel dettaglio a settembre. Male anche Tenaris, che oggi ha evidenziato numeri postitivi nel secondo trimestre mettendo in guardia su possibili ripercussioni in caso di modifiche dei dazi Usa. Torna invece a correre lo spread: il differenziale Btp-Bund si attesta  a 244 punti con il rendimento del decennale italiano al 2,89%, i massimi da inizio giugno. (segui in diretta)

Sul fronte valutario l’euro apre in calo, scontando le parole della Fed che ieri ha fatto sapere di essere pronta a nuovi ritocchi verso l’alto dei tassi. La moneta europea passa così di mano a 1,1652 dollari. La Banca d’Inghilterra ha alzato, invece, con il voto all’unanimità del comitato di politica monetaria, il tasso d’interesse allo 0,75% da 0,50%. I membri del comitato ritengono necessarie altre strette monetarie che saranno “graduali e limitate”. I cambi oggi

Cala la lira turca ai minimi storici, insieme con tutto il listino azionario, dopo la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro due ministri del governo di Erdogan, rispettivamente della giustizia e degli interni, ritenuti responsabili diretti della detenzione del pastore americano Andrew Brunson. LaBborsa di Istanbul è in flessione di oltre il 2% all’indomani della decisione di washington mentre la lira è calata di circa l’1,5% e ora occorrono 5,06 lire per un dollaro americano, nuovo minimo storico. Secondo quanto comunicato ieri dal Tesoro degli Stati Uniti, il pastore è stato arrestato a Izmir nell’ottobre del 2016 con l’accusa di spionaggio e aiuto a organizzazioni terroristiche ed è detenuto da allora senza alcuna prova a suo carico.

Pochi gli spunti dall’agenda. Da Eurostat i prezzi alla produzione nell’area euro relativi al mese di giugno e nel pomeriggio, come ogni giovedì, le richieste settimanali di sussidi insieme agli ordinativi industriali, sempre relativi a giugno.

Si ferma invece il calo del petrolio, risalito nei giorni scorsi oltre quota 70 dollari al barile e poi ridisceso nelle ultime due sedute. iI contratti sul greggio Wti con scadenza a settembre recuperano a 68 dollari al barile dai 67,68 di ieri sera in chiusura di giornata. Il Brent risale di 39 centesimi a 72,78 dollari al barile. Oro in lieve rialzo a 1219 dollari l’oncia.