Il 65% del make-up mondiale è made in Lombardia

Il 65% del make-up mondiale è made in Lombardia

Rossetti, mascara, ciprie e ombretti: il 65% del make-up di tutto il mondo e di tutti i più grandi marchi internazionali (da Dior a Chanel, Estée Lauder, Lancôme, Elizabeth Arden, Helena Rubinstein solo per citarne alcuni) nasce in lombardia. Un’eccellenza fatta da circa 500 aziende con fatturati a sei cifre in continua crescita che operano nella filiera della cosmetica italiana – dalla produzione diretta di cosmetici e affini, alla produzione di packaging primario e secondario, al confezionamento, alla progettazione e produzione di macchinari e impianti, con un fatturato previsto per il 2017 di 680 milioni di euro e 2.700 dipendenti. Una ricchezza per il territorio visto che si tratta di imprese ad alto tasso di innovazione e con forti ricadute occupazionali. Stesso discorso per i produttori di profumi. Nel 2016 l’export di cosmetica, con un valore di 4,3 miliardi di euro ha toccato un massimo storico e continua a crescere anche nei primi sette mesi di quest’anno (+14,8%): secondo Intesa Sanpaolo, il 55% del totale parte dalla Lombardia e nella classifica delle prime 20 province per esportazioni di bellezza 10 sono lombarde. Dopotutto export e innovazione sono le due prerogative. «Le esportazioni hanno un peso importante nell’attività produttiva del distretto con una quota del 60-65% concentrata principalmente in Francia, Germania, Usa e Regno Unito». Le aziende creano, sviluppano e producono cosmetici per i più grandi e importanti brand della cosmetica mondiale e la loro crescita è trainata dall’innovazione con un investimento medio annuo di circa il 15% dei ricavi. L’innovazione è anche il pilastro che ha sorretto e sta sorreggendo le imprese in questo periodo di crisi permettendo di aumentare la competitività assieme a precise strategie di marketing alla ricerca di nuovi mercati e clienti in un contesto complesso dove i gusti e le tendenze dei consumatori sono sempre più variabili.